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Faranno il Deserto e lo chiameranno Pace

Saremo ancora in grado di volare e rendere libere le nostre anime? L'anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci, soprattutto perché provi un senso di benessere quando le sei vicino.

Mese

novembre 2016

ANVEDI CHI CI STA IN SIRIA??????

#Syria #Aleppo #AleppoEst #OspedaliPediatrici #SempreUltimoOspedalePediatrico #MaQuantiOspedaliPediatriciCiSono #WhiteHelmets #CaschiBianchi –

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Questi sarebbero gli “eroi” osannati dai/lle cialtroni/e che ancora ci credono. Ebbene, godetevi il “ciak, si gira!” e …. alzate il volume!

21 novembre 2016 – Fonte: SYRIA – L’altra faccia della rivolta

Qui sotto, invece, un’altra foto molto significativa. E adesso vediamo di far lavorare la materia grigia o collegare le sinapsi!, come preferite voi!

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“L’UOMO CHE UCCISE JOHN KENNEDY”

#JFK #CIA #USA #Kennedy

L’uomo che uccise John Kennedy esiste, ha un volto, ed ha raccontato la propria storia oltre 10 anni fa. Ma pochissimi lo sanno.

 

Massimo Mazzucco – luogocomune2

Ripreso da PandoraTV

L’#ACCOZZAGLIA LEGGE L’ARTICOLO 70 DELLA COSTITUZIONE

#IoVotoNO #ReferendumCostituzionale #CostituzioneItaliana #accozzaglia

L’intervento dell’attore Claudio Santamaria alla manifestazione per il NO nel referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 organizzata da MicroMega al Teatro Vittoria di Roma il 13/11/2016.

 

IL VOTO FARSA DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO

#IoVotoNO #ReferendumCostituzionale #CostituzioneItaliana #ItalianiAllEstero #farsa –

La regolarità del voto degli italiani all’Estero è in grave pericolo! Ad un connazionale che vive a Praga sono arrivate due schede elettorali, mentre, nel video che condivido qui con voi, si vede come le schede degli italiani all’Estero siano praticamente alla mercé di tutti, con la possibilità sia che il voto espresso venga falsato da funzionari dei consolati (consolati nominati dal Governo) in mala fede, sia che vengano stampate migliaia di schede false.
Allora chi è che vigila sull’osservanza delle regole? Chi ci assicura che il voto all’Estero, determinante ai fini del risultato referendario, sia regolare? La #Costituzione è una garanzia per tutti e il Governo #Renzi non garantisce nemmeno la validità del voto. Non lasciamola a lui! Al #referendum votiamo #NO!
#IODICONO
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By Danilo Toninelli

 

19 novembre 2016 – M5S – FOREVER

URGENTE: CHI, DAL 9 NOVEMBRE, STA ASSASSINANDO GLI UFFICIALI DI AL-QAEDA?

#AlQaeda #ISIS #ISIL #terrorismo #USA #Obama #CancellareLeProve –

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Dopo la sconfitta di Hillary Clinton negli Stati Uniti, diversi ufficiali jihadisti sono stati assassinati, non soltanto ad Aleppo-Est, ma anche a Idleb e a Rakka, nonché in Iraq.

Per il momento, non è chiaro se si tratta di regolamenti di conti tra bande rivali o se l’amministrazione Obama sta cancellando le tracce dei propri crimini, prima dell’investitura di Trump come presidente.

Dal 1978 gli Stati Uniti e l’Arabia saudita reclutano e inquadrano jihadisti, prima contro l’URSS, ora contro la Russia, in violazione della risoluzione 2625 e della Carta delle Nazioni Unite. Nelle guerre d’Afghanistan, di Jugoslavia, d’Algeria, di Cecenia, d’Iraq, di Libia e di Siria oltre un milione di persone sono state uccise dagli jihadisti.

 

Traduzione Rachele Marmetti
Il Cronista

 14 novembre 2016 – voltairenet.org

QUANDO L’ISIS SI TRASFORMA IN BRAND

#MedioOriente #ISIS #StatoIslamico #terrorismo #ArmiDellIsis #Daesh #Iraq –

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Isis, jihadista carica esplosivo nei giocattoli

Negli ultimi giorni abbiamo avuto notizia dei nuovi stratagemmi del terrore ideati dall’Isis, il sedicente Stato Islamico o Daesh, per riconquistare quella credibilità che sta via via perdendo. Civili usati come scudi umani e appesi ai pali e giocattoli imbottiti di esplosivo per colpire direttamente i bambini, come riportato da Emma Graham-Harrison qualche giorno fa sul Guardian. Non solo, ipotesi di armi chimiche e depositi di sostanze tossiche, sembrano essere queste le nuove strategie ideate dal Califfato per far circolare ancora il terrore. I depositi di sostanze tossiche potrebbero infatti essere colpiti dai raid della coalizione internazionale. Più l’Isis perde terreno, più aumentano in rete i comunicati sulla brutalità e l’efferatezza dei terroristi. La rete diventa così il miglior complice nella diffusione del terrore. Un alleato potente che garantisce il massimo risultato con il minimo sforzo sul campo.

Isis, la realtà sul campo e quella virtuale

L’esercito iracheno, o quel che ne rimane, ha dichiarato oggi di aver riconquistato Nimrud, attaccata e distrutta dai miliziani più di un anno fa. Anche la distruzione dei patrimoni archeologici dell’intera umanità fa parte della stessa strategia di rendere il terrore un marchio, riconoscibile ovunque sia passata la furia cieca dell’Isis. Stesso principio vale per i cosiddetti lupi solitari responsabili degli attentati in Europa. Sappiamo poco o niente di loro, ma sappiamo che possono attaccarci ovunque. Siamo vulnerabili quando andiamo al ristorante, ad ascoltare un concerto e mentre prendiamo comodamente il sole nelle nostre spiagge. Ignorare cosa succede in Medio Oriente è un lusso che non possiamo più permetterci. Ed è questa la vera conquista dell’Isis, anche se dovesse essere sconfitto sul campo di battaglia, la paura sopravviverà.

 

Di Irene Masala

 

15 novembre 2016 – ilfarosulmondo.it

Giulietto Chiesa: “VIVE CONDOGLIANZE!”

#DonaldTrump #PresidenzialiUSA #MainstreamBugiardo #FuneraleDelMainstream #GiovannaBotteri #ViveCondoglianze –

Giulietto Chiesa introduce una vera e propria perla andata in onda su Rainews24: durante la notte delle elezioni americane, Giovanna Botteri si è lasciata andare alla disperazione: «Che ne sarà di noi giornalisti se non riusciamo più a influenzare l’opinione pubblica?»

 

15 novembre 2016 – PandoraTV

HASHD AL-SHAABI SALVA 300 FAMIGLIE SUNNITE

#HashdAlShaabi #Iraq #ISIL #Mosul #sciiti #sunniti –

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I combattenti sciiti di Hashd al-Shaabi hanno salvato centinaia di famiglie sunnite dopo pesanti scontri con i terroristi dell’Isil, in una zona ad ovest della città di Mosul. I volontari iracheni sono riusciti a distruggere anche tre veicoli del gruppo terroristico dell’Isil, vicino al villaggio di al-Nazareh.

Nel corso delle ultime 48 ore, le forze di Hashd al-Shaabi hanno liberato altri tre villaggi ad ovest di Mosul. Le forze di volontari sciiti hanno iniziato la terza fase delle operazioni militari sul lato occidentale di Mosul.

“Lo scopo principale della terza fase delle operazioni militari a Mosul è quello di aiutare le forze militari congiunte irachene a prendere il controllo delle aree rimanenti”, ha dichiarato ieri all’agenzia Fars il portavoce di al-Hashd Shaabi, Ahmad al-Assadi.

Egli ha ribadito che un altro obiettivo della campagna militare nella parte occidentale di Mosul è quello di tagliare le vie di rifornimento dei terroristi da Mosul a Raqqa. Al-Assadi ha aggiunto che le forze militari irachene hanno in programma di fare ulteriori progressi verso la regione di Tal Afar.

15 novembre 2016 – ilfarosulmondo.it

DONALD TRUMP ROTTAMA L’UE: NESSUN CONTATTO CON JUNCKER. E INTANTO IL NEOPRESIDENTE USA TELEFONA A PUTIN

#DonaldTrump #USA #UnioneEuropea #politica #esteri #FedericaMogherini #DifesaComuneUE #Bruxelles #JeanClaudeJuncker –

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Juncker chi? È facile immaginare questa reazione da parte di Donald Trump rispetto alle bordate del presidente della Commissione Europea. “A rischio gli equilibri mondiali”, ha detto Jean Claude Juncker venerdì scorso. Per tutta risposta, il nuovo presidente designato degli Stati Uniti non si è fatto vivo con Bruxelles. Nessun contatto tra Juncker e Trump, dice oggi Margaritis Schinas, portavoce della Commissione Ue. A una settimana dal voto statunitense e dopo colloqui telefonici bilaterali con i maggiori capi di Stato e di governo europei e con i leader populisti europei come Farage e Le Pen, Trump snobba Juncker che gli aveva anche mandato una lettera firmata anche dal presidente del Consiglio Ue il polacco Donald Tusk per invitarlo presto a un vertice Usa-Ue. E’ così che ‘The Donald’ rottama quello che resta dell’Ue o della sua burocrazia. E anche per questo a Bruxelles i ministri degli Esteri e della Difesa dell’Unione si riuniscono con l’Alto rappresentante per la politica estera Federica Mogherini per cercare una via possibilmente comune. Nel segno dell’incertezza.

Dai gesti di questa prima settimana si intende che a Trump piaccia più l’Europa che l’Unione Europea. Gli Stati dell’Ue presi singolarmente gli sono necessari per la nuova rete diplomatica che ha in mente di tessere intorno al globo: da Washington dritto al cuore del Cremlino, canale privilegiato con Mosca, tanto per iniziare. Un ponte transatlantico che al governo italiano sta bene. Quello che preoccupa invece sono “i due mesi di transizione da un’amministrazione americana all’altra”, dice il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, facendo riferimento alla situazione in Siria e al fatto che ufficialmente Trump si insedia a gennaio. “C’è una preoccupazione che deriva dal fatto che la relazione fondamentale tra Stati Uniti e Russia nel cercare di gestire questa crisi oggi deve fare i conti con questi due mesi di transizione da un’amministrazione americana all’altra. Noi europei cercheremo in tutti i modi di evitare che si creino dei vuoti per cui poi alla fine di questi due mesi di transizione ci troviamo con dei fatti compiuti irreversibili sul terreno”.

Proprio questa incertezza ha dominato la riunione dei ministri degli Esteri e della Difesa europei oggi a Bruxelles. Una riunione convocata per approfondire il tema della difesa comune europea, secondo il piano voluto da Mogherini dopo il referendum di giugno sulla Brexit. Solo che ora oltre all’uscita della Gran Bretagna dall’Ue ci si è messo anche Trump. Gli scenari sono più difficili da decifrare. Ma in attesa degli eventi, a Bruxelles oggi hanno deciso di adottare il piano Mogherini che guarda alla creazione di uno Stato maggiore europeo, ad una maggiore cooperazione in fatto di intelligence, uso di droni, aerei ed elicotteri, aumento della difesa comune in territorio dove l’Ue è già presente (Corno d’Africa).

Nulla che non sia già previsto dai Trattati, comunque, “ma che finora non abbiamo utilizzato”, dice Mogherini. Non è la creazione di un esercito europeo, ma “per la prima volta da decenni questo rafforzamento della Difesa comune europea e della sicurezza dei cittadini europei non viene visto come in competizione con la Nato, ma in collaborazione e partnership con l’Alleanza Atlantica”, aggiunta l’Alto rappresentane Ue in conferenza stampa.

Adesso però si apre la fase più difficile: le proposte concrete dei singoli Stati per passare dalle parole ai fatti. Sostanzialmente, in attesa delle mosse di Trump, l’Ue tenta di conquistarsi un ruolo nel nuovo scacchiere mondiale. Come Unione. Ripartendo dalla difesa comune: stranamente stavolta non ci sono obiezioni. Persino il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson – assente a Bruxelles naturalmente perché ormai con un piede fuori dall’Ue – dice che la Gran Bretagna è favorevole. “Abbiamo le idee chiare su quali siano gli interessi europei – dice Mogherini – Lo dice la storia che l’Europa ha sempre avuto un ruolo da giocare in fatto di pace e difesa”.

Il fatto che ci sia bisogno di una riunione ad hoc per sottolineare questo ruolo la dice lunga su quanto sia debole e quanto sia urgente difenderlo nel mondo della Brexit e di Trump. Il tutto nell’alone di incertezza disegnato dalla nuova Casa Bianca nell’era post-Obama. Ultima chicca pur di minore portata: la vittoria di candidati filorussi alle elezioni in Bulgaria e Moldavia, due paesi dell’Ue, ex satelliti dell’Unione Sovietica, che a questo punto hanno deciso di guardare più a Mosca che a Bruxelles.

Intanto la transizione è fatta anche di circostanze curiose. Obama arriva domani in Europa: prima ad Atene per due giorni e poi a Berlino, andando così a toccare i due cuori nevralgici della crisi dell’Unione. In Grecia sarà ricevuto dal presidente Pavlopoulos e dal premier Tsipras, quindi terrà la sua ultima ‘lectio’ anti-austerity allo Stavros Niarchos Cultural Center, prima di partire per Berlino. Nella capitale tedesca parteciperà al vertice con la cancelliera Angela Merkel, il francese Francois Hollande, Matteo Renzi, la britannica Theresa May e lo spagnolo Mariano Rajoy. E venerdì pomeriggio conferenza stampa congiunta con Merkel.

Ma questo ultimo viaggio presidenziale in Europa ha subìto delle variazioni dopo la vittoria di Trump. Il giro da Atene a Berlino doveva essere l’ultima spinta di Obama ad alleggerire il debito greco presso i creditori europei. Invece per forza di cose il suo non sarà più il discorso dell’eredità. Trump gli ha ufficialmente intimato di “non compiere passi rilevanti nella visita in Europa per non creare confusione…”. Con Trump è tutto da vedere. A parte una cosa: nella nuova Casa Bianca si parlerà poco di Unione Europea e molto di rapporti bilaterali con gli Stati. Con buona pace di Juncker e ciò che resterà in piedi delle istituzioni europee in questo tifone della storia.

 

Aggiornamento delle ore 21.10. Il neo eletto presidente Usa Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin hanno avuto un colloquio telefonico. Lo riferisce la Tass. Al centro dei colloqui, riferisce il Cremlino, la lotta al terrorismo internazionale e la questione siriana. Putin si è congratulato con Trump per l’elezione.

 

Di Angela Mauro

 

14 novembre 2016 – huffingtonpost.it

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